Da poche settimane la comunità dei frati domenicani conta un nuovo confratello. Si tratta di padre Giovanni Barbieri, di origini bolognesi ma con una vita apostolica passata a Bolzano, a servizio delle vittime della tossicodipendenza. Padre Giovanni arrivò a Bolzano nel 1964 come cappellano di padre Venturino Alce. Accompagnando padre Alce nelle sue visite alle famiglie, fra Giovanni si rese conto di quanto il fenomeno della droga si stesse diffondendo e di quanto incidesse sulla vita delle famiglie. Decise allora di impegnarsi in prima persona, prima affittando appartamenti dove accogliere i giovani più in difficoltà, poi fondando una comunità di recupero. Nel suo lavoro non sono mancati i viaggi, soprattutto in Iran, per andare a recuperare giovani incarcerati per possesso di eroina.
Il sindaco di Bolzano, che lo ha definito “un sacerdote di trincea, molto concreto e schietto sia nelle sue azioni, che nel rapporto con le istituzioni, una sorta di coscienza critica della società, sempre in prima linea nell’affrontare e risolvere di petto i problemi, poco incline all’arte della diplomazia ed ai giri di parole”, per ringraziarlo del suo impegno lo ha onorato della medaglia ufficiale del Comune e gli ha donato una serie di stampe storiche della Città di Bolzano, “in maniera -ha detto il sindaco- che si possa sempre ricordare della sua amata Bolzano”.
Per compiere il suo apostolato a servizio delle vittime della droga, padre Giovanni uscì dal convento e andò a vivere in un piccolo appartamento. Ora, dopo 48 anni, torna nel convento di Bologna da dove era partito. Qui gli mancheranno, forse, i suoi “disperati”, ma, in compenso, ritrova qualche amico di lunga data, l’affetto dei più giovani, che non l’avevano conosciuto prima, e la loro curiosità per una vita spesa tutto per il prossimo.